Un Rebranding del Capitalismo


La fine liberale come inizio autoritario: quando gli economisti liberali di sinistra scrivono parlando della fine del capitalismo, si riferiscono alla sua formazione autoritaria.
di Tomasz Konicz, 01.01.2023

«perché là dove mancano i concetti s’offre, al momento giusto, una parola.
A parole si litiga meravigliosamente, a parole si tracciano i sistemi,
alle parole è un piacere credere, alle parole non si ruba un iota.»

(Dal Faust di Goethe)

Finalmente! Dopo tutti questi anni [1] in cui i critici del valore – simili a predicatori solitari nel deserto – hanno affrontato l’impulso autodistruttivo del capitale e messo in guardia circa il collasso [2] del processo civilizzatore, dovuto all’incompatibilità tra capitalismo e salvaguardia del clima [3], sembra che ad affrontare la questione ora ci sia arrivata anche la parte dominante dell’opinione pubblica. Se consideriamo la crisi sistemica, nei confronti della quale tutti gli approcci che pregano per la salute del capitale [4] sono destinati a fallire, ciò non dovrebbe sorprendere affatto. Benché il „Partito della Sinistra“, opportunisticamente disonesto, all’interno del quale le bande nazional-sociali si contendono l’egemonia[5] con quelle liberali di sinistra, resta fedele alla sua monotona demagogia sociale, abbiamo visto se non altro che Ulrike Herrmann, economista del quotidiano „Taz“, organo della sinistra-liberale del partito dei Verdi che è al governo, ha scritto un libro su „La fine del capitalismo“, il cui sottotitolo dichiara l’incompatibilità esistente tra „crescita“ e salvaguardia del clima. [6]

Link: https://francosenia.blogspot.com/2022/12/come-superare-il-capitalismo-con-un.html

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