Cottage con vista sulla catastrofe

28.09.2023

Tempeste, incendi boschivi, innalzamento del livello del mare: il riscaldamento globale comporta elevati rischi finanziari negli investimenti immobiliari. Nelle regioni costiere come la Florida, sono imminenti miliardi di perdite –

di Tomasz Konicz

Alla fine, la tempesta è stata meno devastante di quanto temuto. Mercoledì della scorsa settimana, l’uragano „Idalia“ ha colpito la costa della Florida con forti raffiche di vento e forti piogge. Ha sradicato alberi e distrutto case, e più di 200.000 persone sono rimaste temporaneamente senza elettricità. Tuttavia, la tempesta ha devastato principalmente le aree meno densamente popolate. Poco meno di un anno fa, la situazione era meno favorevole. L’uragano „Ian“ provocò più di 150 vittime e 112 miliardi di dollari di danni a livello nazionale. Per la Florida, che è stata colpita in modo particolarmente duro, nella storia dello Stato si è trattato della tempesta più costosa. Con il riscaldamento globale, la frequenza di simili tempeste è in aumento. E insieme a essa anche il danno economico che causano, specialmente nelle regioni costiere densamente popolate, come la Florida. E tutto ciò si ripercuote anche sul mercato immobiliare. Per decenni, le pittoresche proprietà di lusso situate in riva al mare, sulla spiaggia dell’Oceano – ad esempio a Miami Beach e nella zona circostante, Miami-Dade County – sono state particolarmente ricercate. Al tempo delle grandi bolle di speculazione immobiliare – negli anni ottanta del 20° secolo e nel primo decennio del 21° – qui sono stati registrati enormi aumenti di prezzo. Oggi, le città vicine al livello del mare, come Miami, forniscono materiale illustrativo dell’interazione tra lo sviluppo della crisi ecologica e quella economica. Qui, non solo le tempeste stanno diventando più frequenti, ma a causa dell’innalzamento sia del livello del mare che delle acque sotterranee, le periodiche inondazioni delle strade costiere e delle aree residenziali stanno diventando un problema sempre più serio. Le città della Florida stanno già investendo in pompe per l’acqua, così come nell’innalzamento delle strade o nel ripristino delle pianure alluvionali. Anche il recente boom del mercato immobiliare statunitense, nutrito dalla politica monetaria espansiva delle banche centrali, in Florida è stato già oscurato dalle conseguenze sempre più evidenti della crisi climatica. Le vendite di case nelle regioni della Florida che sono state particolarmente colpite dall’innalzamento del livello del mare – come Bal Harbour, a nord di Miami Beach – si erano già dimezzate tra il 2013 e il 2018. E in questi quartieri di lusso, dove solo fino a pochi anni fa le case unifamiliari venivano vendute per una media di 3,6 milioni di dollari, tra il 2016 e il 2020 i prezzi sono diminuiti del 3,6% . Mentre nello stesso periodo altre regioni particolarmente vulnerabili, come Key Biscayne o Sunny Isles Beach, hanno visto crolli dei prezzi arrivati fino al 13%.

E questo è stato solo l’inizio. Negli Stati Uniti, nei prossimi decenni, secondo le diverse previsioni, verranno colpite da „inondazioni regolari“ tra le 300.000 e gli 1,9 milioni di proprietà costiere. Si prevede che entro il 2100, sia il centro di Miami che gran parte della contea di Miami-Dade, con le loro proprietà immobiliari attualmente valutate 400 miliardi di dollari, si troveranno in maniera permanente al di sotto il livello del mare. Negli ultimi decenni, le bolle speculative – soprattutto sotto forma di bolle immobiliari – sono state un importante motore dell’economia per la produzione di materie prime, la quale ora sta soffocando nella sua produttività. Allo stesso tempo, in questo periodo si è intensificata ed è peggiorata la crisi ecologica. Nel mercato immobiliare della Florida, l’economia della bolla tardo-neoliberista e la crisi climatica capitalista si stanno rafforzando ed esasperando a vicenda. Qui, a livello locale, i limiti interni e quelli esterni del capitale vengono percepiti insieme: a causa dell’innalzamento del livello del mare e delle tempeste più devastanti, si profila la minaccia di una svalutazione degli immobili, mentre un crollo del mercato immobiliare, indotto dal clima, peserebbe sull’economia; almeno nelle regioni colpite. Secondo alcune previsioni, l’impatto previsto della crisi climatica sul mercato immobiliare è lungi dal poter essere calcolata. A febbraio, il Washington Post ha riferito a proposito di uno studio scientifico secondo cui nelle regioni vulnerabili il prezzo di mercato degli immobili, per riflettere in maniera adeguata i rischi climatici, dovrebbe diminuire, a livello nazionale, fino a un totale compreso tra $ 121 miliardi e $ 237 miliardi; cosa che equivarrebbe a un gigantesco crollo immobiliare indotto dai cambiamenti climatici. Oltre alla Florida, verrebbero colpiti anche la Louisiana, la Carolina del Nord, New York e il New Jersey. Un calcolo dello scorso anno, ipotizza addirittura delle perdite di valore legate al clima che arriverebbero fino a 520 miliardi di dollari USA, di modo che pertanto ci sarebbero, nelle aree a rischio degli Stati Uniti, 3,5 milioni di proprietari di case che dovrebbero accettare un calo dei prezzi pari a «oltre il dieci percento».

Link: https://francosenia.blogspot.com/2023/09/la-situazione-si-sta-scaldando.html

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