Può la Cina statal-capitalista, in quanto potenza egemone globale, ereditare la posizione degli Stati Uniti?
di Tomasz Konicz, 05.07.2023
Se si deve credere alle dichiarazioni del vertice russo-cinese e alle valutazioni occidentali, il XXI secolo verrà definito come un’era di egemonia cinese. Al vertice di guerra di Mosca di metà marzo, Putin e Xi hanno invocato un «giusto ordine mondiale multipolare» che dovrebbe porre fine all’era dell’egemonia statunitense [1]. Viceversa, un rapporto del governo britannico ha ammonito parlando invece di un mondo di «pericolo, disordine e divisione» che Pechino starebbe creando in quella che invece costituirebbe un’aperta «sfida epocale» all’ordine mondiale liberale «basato sulle regole» [2]. Per gli analisti britannici sembra che sia difficile vedere il mondo tardo-capitalista in crisi come qualcosa che non sia «pericolo, disordine e divisione». Simili valutazioni sono ovviamente delle semplici proiezioni. Ma questo non significa che siano necessariamente del tutto sbagliate, come si può evincere rivolgendo un’occhiata superficiale alla carneficina in corso in Ucraina, o al confronto in corso su Taiwan. Pertanto, da un lato, parlare di un ordine mondiale multipolare significa parlare anche dell’ideologia di tutti quegli Stati autoritari della semiperiferia che – attraverso politiche di guerra e di potere imperialista – cercano di sostituirsi agli Stati Uniti in via di erosione, per ottenere una supremazia, o un dominio a livello regionale o globale simile a quello raggiunto da Washington nella seconda metà del XX secolo.
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