Intelligenza Artificiale: sempre più fame, sempre più sete

21.04.2024, di Tomasz Konicz

Quanta energia consumano effettivamente i diversi sistemi di intelligenza artificiale (IA)? Quelli che oggi sono in forte espansione – in particolare quei modelli linguistici di grandi dimensioni come „Chat GPT“ o „Gemini“ (ex Bard) – e hanno già centinaia di milioni di utenti. Sebbene sia ormai ben noto che il fabbisogno di risorse da parte dell’industria IT stia aumentando enormemente, sempre più a causa del boom dell’intelligenza artificiale, e malgrado Chat GPT & Co. abbiano già un’«oscena» fame di energia – come ha scritto la rivista statunitense „New Yorker“ – al momento rimane tuttavia piuttosto difficile poterlo determinare con maggiore precisione, dal momento che le aziende che stanno dietro le reti neurali artificiali, semplicemente non forniscono alcuna informazione sull’entità del loro consumo di elettricità e di acqua. Su questo, „Google“, „Meta“, „Microsoft“ e „Open AI“ continuano a mantenere un basso profilo.

Lo scorso febbraio, alla richiesta fatta loro, dalla rivista „The Verge“, di commentare questa situazione, ha risposto solo Microsoft, affermando di stare sviluppando delle «metodologie per riuscire a quantificare il consumo energetico», e di star lavorando in modo da migliorare l’efficienza dei grandi sistemi. Open AI e Meta, invece, non hanno reagito per niente. Così come non hanno reagito neanche gli altri titani dell’era di Internet, impegnati in questa nuova corsa all’oro. Dal punto di vista giuridico, l’industria opera ancora in una quella che appare come una zona grigia, simile a quella in cui – in assenza di normative legali – tutta l’intera Internet è già stata effettivamente scansionata, al fine di porre in atto un accumulo di dati per poter così addestrare i loro sistemi di IA su tutto quello che è il materiale protetto da copyright. Nell’Unione Europea, i requisiti legali per determinare il consumo di risorse entreranno in vigore solo all’inizio del 2026, nell’ambito della cosiddetta „Legge sull’IA“ europea. Mentre negli Stati Uniti, un disegno di legge assai simile – in cui si richiede alle aziende di Intelligenza Artificiale di rendere noto e divulgare a quanto corrisponderebbe il «consumo di energia, il consumo di risorse e quello degli altri impatti» che le loro reti neurali hanno durante il «ciclo di vita del sistema» – è stato presentato al Congresso solo nel gennaio di quest’anno. Ma da momento che l’industria rimane in silenzio, ecco che ci si affida a stime e ricerche esterne.

Link: https://francosenia.blogspot.com/2024/04/anche-linformation-tecnology-va-sbattere.html

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