OCEANIA VS. EURASIA

Di fronte al crollo della propria potenza economica, nel suo confronto con la Cina, Washington sta adottando una strategia di mero dominio militare
di Tomasz Konicz, 09.0.2023

È piuttosto possibile che, a posteriori, la guerra in Ucraina venga vista come se fosse stato il primo atto di una grande guerra globale, come il preludio all’incombente contrapposizione militare tra gli Stati Uniti e la Cina che si sta profilando a Taiwan. Così, mentre il bilancio delle vittime della guerra di aggressione russa si aggira ormai sulle centinaia di migliaia, allo stesso tempo, le tensioni nello Stretto di Taiwan sembrano avviarsi a diventare uno stato di precarietà permanente. Sia l’uno che l’altro conflitto, possono essere intesi come dei momenti di una lotta globale per l’egemonia che viene combattuta tra i fragili sistemi di alleanze degli Stati Uniti in declino e della Cina in ascesa. A livello geopolitico, si potrebbe parlare di una lotta dell’Eurasia, guidata dalla Cina, contro l’Oceania in mano agli Stati Uniti. Oggi, contro l’alleanza sino-russa, Washington sta perseguendo una strategia di contenimento, nella quale giocano un ruolo centrale i sistemi di alleanze che si estendono nel Pacifico e nell’Atlantico. Taiwan rappresenta un elemento essenziale di questa strategia di contenimento nella regione del Pacifico, nella quale Washington sta cercando di includere anche Corea del Sud, Giappone, Filippine, Vietnam e Australia. Questa strategia di contenimento, si propone diversi obiettivi: uno di essi, è quello di impedire che la potenza militare cinese, in rapida espansione, possa crescere senza ostacoli. La capacità di intervento a livello globale, nei decenni successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, ha costituito la base militare dell’egemonia statunitense. Attualmente, Pechino sta promuovendo un programma di armamento navale massiccio e in rapida crescita, in modo da superare la Marina statunitense. Entro il 2024, si prevede che il numero di navi da combattimento cinesi passerà da 340 a circa 400, mentre la Marina degli Stati Uniti avrà solo 300 navi. L’efficacia di una simile potenza navale cinese, verrebbe tuttavia minata dalle basi americane che Washington vorrebbe stabilire in tutti gli Stati confinanti con la Cina, i quali guardano con disagio all’aumento della potenza di Pechino. D’altra parte, questo contenimento è anche volto a prevenire l’estrazione senza ostacoli di materie prime e fonti energetiche alla periferia del sistema mondiale da parte di Pechino, in vista dell’escalation della crisi socio-ecologica. Per la Cina, fin quando Washington ha degli alleati al largo delle coste cinesi, la protezione militare delle rotte marittime è impossibile.

Link: https://francosenia.blogspot.com/2023/06/strategie-di-contenimento.html

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